di Antonio Gamboni

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Per il napoletano, quello DOC, che poi significa “non appezzottato”, piazza San Ferdinando è ed è sempre stata piazza San Ferdinando anche se dal 1919, a seguito della vittoriosa conclusione della Grande guerra, fu denominata piazza Trieste e Trento. Per i non napoletani, bisogna dire che il nome San Ferdinando trae origine da quello della omonima chiesa costruita dai Gesuiti nel ‘600 in quello spazio allora denominato “Largo di Palazzo”. E, dopo aver ricordato che un fatto simile è accaduto anche per via Toledo mai chiamata via Roma, veniamo al nostro omnibus’, quello che dallo stazionamento di piazza San Ferdinando portava ai Tribunali. Spesso, il popolino amava indicare i mezzi di trasporto con allocuzioni in luogo delle indicazioni ufficiali, come avverrà per il famoso “Tram d’ ‘a Turretta” e per il non meno celebre “Tram di Posillipo” (ricordati entrambi in alcune canzoni). E così fu anche per l’omnibus che percorreva la linea 3, proprio quello che da piazza San Ferdinando portava ai Tribunali. Per tale linea, tra i tanti coloriti toponimi, ne fu scelto uno davvero singolare: “L’omnibus di Porta Sciuscella”. Ma qual era questa Porta? Il vocabolo, che letteralmente in termini dialettali significa carrubo, deriva dal fatto che, in antico tempo, nella zona dell’attuale piazza Dante sorgeva un convento nel cui orto vi erano, tra gli altri, numerosi alberi di carrubo, o sciuscelliti, come preferivano chiamarli i contadini.

Ed allora? Allora la Porta Sciuscella altro non era che Port’Alba la quale, come è noto, si apre proprio su piazza Dante.

L’antica Porta Sciuscella, oggi Port’Alba, vista dalla Piazza Dante (coll. A. Gamboni).

Intanto, comparvero i primi titoli di viaggio che, a differenza di quelli in cartoncino tipo Edmonson usati in ferrovia, erano minuscoli e pallidi pezzetti di carta. Con l’evolversi dei trasporti, furono sostituiti da biglietti variamenti colorati con sopra stampate informazioni sulla classe e sul percorso. Ed ora, in possesso di biglietto, possiamo fare quattro passi per la città sì, ma a bordo di un omnibus. Saliamo sulla vettura della linea “3” allo stazionamento di piazza San Ferdinando, non molto distante dal famoso negozio la cui insegna in francese “Musique” ricorda le origini dei proprietari: i Cottreau che molto hanno dato alla canzone napoletana. Fra le tante, ci piace ricordare Santa Lucia (Sul mare luccica) musicata da Teodoro su versi di Cossovich (v. foto di P.zza San Ferdinando).

L’omnibus diretto ai Tribunali aveva il capolinea a Piazza San Ferdinando,

dinanzi all’ingresso degli artisti del Teatro San Carlo (foto e biglietto coll. A. Gamboni).

La “3” era una delle linee di omnibus che si attestavano al Largo del Castello. Quando furono ultimati i lavori di costruzione della Galleria Umberto nel 1890, il capolinea del “3” fu spostato in piazza San Ferdinando. Nel frattempo risuonano nella piazza alti nitriti che, se fosse stato presente il dottor Dolittle, quello che in un film parlava agli animali, sicuramente avrebbe compreso. Noi possiamo solo intuire che i due cavalli si lamentano perché costretti a fare i loro bisogni strada facendo e ciò non per il ‘profumo’ sparso nell’aere partenopea, ma per la mancanza di privacy. Di contro, però, la biada è abbondante e non sono costretti a bere acqua in luogo dei pasti come era accaduto tempo addietro ai cavalli di Monsignor Perrelli, prelato molto parsimonioso, anzi piuttosto spilorcio, vissuto agli inizi del Settecento.

Uno schiocco di frusta pone fine alla equina quaestio e la vettura si mette in moto trainata da due cavalli belli e di forte struttura, due ronzoni insomma che, zoccolando lentamente, iniziano a trainare il nostro omnibus lungo la via Roma, arteria che, come detto, i napoletani non hanno mai smesso di chiamare Toledo.

Pianta di Napoli tratta dalla Guida "Guigoni" del 1892.

La linea in giallo indica il percorso dell'omnibus n. 3  (coll. A. Gamboni).

Coppia di omnibus della linea San Ferdinando-Port’Alba-Tribunali fotografata in Piazza San Ferdinando.

Si noti il fattorino con la borsa a tracolla sul gradino di ingresso al carrozzone  di destra (coll. A. Gamboni).

 L’omnibus di ‘Porta Sciuscella’ lungo la via Toledo, e ...

... in transito al Largo Carità. Si noti la statua di Carlo Poerio, in loco dal 1887.

(coll. A. Gamboni)

Durante la passeggiata abbiamo modo di ammirare il negozio di Luigi Caflisch, dove si vendevano dolciumi e liquori, le vetrine di “Old England”, un negozio di moda maschile ricco di tradizioni, e tanti altri. Intanto siamo giunti al Largo del Mercatello (oggi piazza Dante) dove avveniva un fatto strano, specie la sera. L’omnibus costeggiava le transenne di un Caffè all’aperto gestito da don Gennaro Diodato, uomo dalle mille iniziative. Il proprietario, durante il periodo estivo, offriva alla sua clientela uno spettacolo di varietà che si svolgeva su un piccolo palcoscenico eretto in un recinto di piazza Dante.

Numerosi erano gli artisti che davano vita a quel particolare Cafè Chantant. In occasione della Piedigrotta, il Diodato ampliava il recinto, ed allora i passeggeri dell’omnibus di Porta Sciuscella potevano deliziarsi ascoltando le nuove canzoni. Dunque, un rallentamento dell’omnibus era d’obbligo. Che dire, un biglietto tutto compreso: passeggiata per Toledo e spettacolo musicale. Ma, quando nel 1911 la rete tramviaria si sarà “impadronita” di piazza Dante, tutto ciò finirà.

 Il Caffè Diodato aveva la sede dall’altra sponda della strada e quello che si vede in foto è lo spazio estivo

 adibito a Cafè Chantant. Gli spettacoli, annunciati dal cartellone che si nota sulla destra, avvenivano con il fresco

e potevano essere goduti gratuitamente dall’esterno del recinto (foto coll. Fongaro).

Ma torniamo al nostro omnibus. Effettuando un cambiamento di direzione ad angolo retto, passiamo sotto Port’Alba e, dopo aver traversato la Porta e superato il Conservatorio musicale di S. Pietro a Maiella e piazza Luigi Miraglia, imbocchiamo quello che fu l’antico decumanus maior (via Tribunali), una strada angusta e molto frequentata.

    

Piazza Luigi Miraglia con vista parziale del Campanile della Pietra Santa, e ...

... l’ultimo tratto del percorso del nostro omnibus all’incrocio di via Duomo con via Tribunali.

Sullo sfondo si intravede il vecchio Palazzo di Giustizia (Castel Capuano).

L’omino in uniforme chiara, che sosta all’angolo della strada, è un agente (bigliettaio) 

in attesa di dare il cambio ad un collega (foto coll. Fongaro).

Lasciato il Campanile della Pietra Santa, passiamo prima per San Gaetano, la più antica piazza della città, e poi per il Largo dei Girolamini. Siamo così giunti all’incrocio con via Duomo. Attraversata questa grande arteria, il nostro omnibus termina la sua corsa al Castel Capuano, sede dei Tribunali. Chi conosce questi luoghi, che poco differiscono da allora, può immaginare a quali sofferenze era sottoposto il cocchiere.

Il Castel Capuano, sede dei Tribunali, in una foto di inizio '900.

Qui terminava la corsa dell'omnibus della linea n. 3.

(da internet)

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